Ma chi vi crede.

Si tratta di un opera della commedia dell’arte messa su dal produttore e dal proprietario delle sale dove poi si proiettano i film chiamati cinepanettoni.

Così tanto per fare fumo è stata fatta girare la notizia che l’entourage di Nacho Fernandez del Real Madrid stava trattando con il Napoli.

Per non parlare di Scala del Verona e del francese Lemina passato alla Juventus.

E poi di Heurtaux, Silvan Widmer, poi la stucchevole impossibile trattativa prima con Romagnoli e poi con Maksimovic.

E prima ancora di una richiesta della Juventus per Marek Hamsik per 30 milioni più Sturaro, mentre il Napoli a sua volta aveva avanzato la richiesta per Daniele Rugani per venti milioni.

Certamente restano De Guzman, Zuniga depositari di contratti incomprensibili e irresponsabili; giocatori per i quali alla fine si ha, addirittura, una certa simpatia per come hanno incastrato la dilettantesca società tutta tesa al solo rispetto dei diritti d’immagine che fa più danni che ricavi, almeno in apparenza.

La verità che il mercato come tanti personaggi si chiude squallidamente come negli anni precedenti, in parte perché non si sa fare mercato, in parte perché finge di volerlo fare, in parte perché non ce lo fanno fare personaggi di gran lunga più bravi, preparati, e smaliziati di quelli che mette in campo quella che anno dopo anno appare la più approssimativa delle società professionistiche della massima serie calcistica italiana che nel logo societario, come ostinatamente non mette l’anno di nascita della squadra (1926), dovrebbe opportunamente mettere la sola frase “Cicero pro domo sua”.

La differenza, infine, tra il vecchio e il nuovo direttore?

I cognomi.

La continuità: la proprietà.