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PRESIDENTE DE LAURENTIIS … PRENDIMMOCE O’ SFIZZIO
Perché Walter Mazzarri da San Vincenzo se ne … vorrebbe andare alla Roma?
Certamente non per motivi economici essendo pagato ai livelli di Conte, allenatore dei bicampioni d’Italia della Juve, che certamente qual cosina in più forse l’ha fatta. I risultati sportivi a livello di “statistica” di punti conseguiti li ha, e fa sempre di tutto per sbandierarli, e ha vinto pure anche una coppa Italia. Ma è tutto qui. Un po’ poco per i tifosi azzurri che hanno ancora nell’aria il profumo di due scudetti vinti, uno smarrito, una coppa UEFA, e una coppa Italia conseguita sempre e solo vincendo tutte le gare.
Diciamo la verità Mazzarri non ha mai dato la sensazione che qui da noi si trovasse a suo agio, sia come scelta di vita sia professionalmente, insomma che allenare il Napoli, a Napoli, lo gratificasse più di tanto anzi, al contrario, ha sempre colpito una sua certa pubblica supponenza sfociante quasi nella sopportazione se non, addirittura, nel fastidio. Insomma pagato lautamente, senza vincere, accudiva al suo curriculum professionale, accumulando “titoli” in attesa di una “chiamata”… Inter, Juve, Milan, Roma o Fiorentina “per lui, “provincialotto di animo e storicamente controfigura” pari sono” e … soprattutto oltre Napoli come oltre Acireale, Pistoiese, Livorno, Reggina, Sampdoria.
Walter Mazzarri, interrotto consensualmente il rapporto con la Sampdoria dopo l’ultima giornata, la Roma l'aveva già accarezzata nel settembre del 2009 ma solo per un paio di giorni, quando Spalletti si dimise (e prima che la Sensi scegliesse Ranieri); poi non se ne fece niente e allora ripiegò sul Napoli, a campionato in corso, ottobre 2009, dopo le prime sette giornate di campionato, in sostituzione di Roberto Donadoni.
Da allora è stato sempre un malessere continuo, mal di pancia di varia origine una costante richiesta a volersene andare: una farsa continua e un continuo giocare su più tavoli.
Presidente “Sfizzio” (con la S strascicata e la doppia Z) in lingua napoletana indica un piacere, un capriccio, una voglia, un desiderio con quel gusto sottile di procurare fastidio, un lieve danno a qualcuno con la soddisfazione di una garbata cattiveria.
La vita di un napoletano vero è collegata agli sfizi e, di fatto, appagata dalla loro realizzazione.
Presidente senza dire niente, non rinnovate, pigliamoci un allenatore che come Ottavio Bianchi possa dire, nel ricordare il giorno dello scudetto, di avere provato “Emozioni solo che Napoli e i napoletani potevano dare”.
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