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QUEL … PIGRO DI ROBERTO SAVIANO
Che dice Roberto Saviano con riferimento alle primarie del PD in Campania?
Da non credere: "Non votate"!
In un Paese in cui, con riferimento ai dati dell’ultima consultazione elettorale, quella europea per intenderci, l'affluenza alle urne è stata del 58,68%, cioè, con un astensionismo pari al 41,32%, questa
esortazione ha un qualcosa di “sovversivo”, una sorta di “cupio dissolvi”, pur trattandosi solo di una di consultazione interna ad una parte politica.
E perché non si dovrebbe andare a votare?
Perché secondo Saviano “Queste elezioni saranno determinate da voti di scambio". E non sarebbe questo allora un motivo di più per andare a votare in massa, per annullare quei “pacchetti” con la moltitudine dei voti non di scambio, con la “famosa partecipazione”?
Da chi viene rappresentato emblema della legittimità l’esortazione dovrebbe essere, quindi, l’esatto contrario: “Andate a votare”.
“Non votate”, dice, invece, Saviano, come il grido medioevale della Chiesa “Non peccate” per fronteggiare la sifilide che, nella metafora, dovrebbe essere rappresentata dai candidati e dalla “peccaminosa” partecipazione di scambio.
Non un commento, invece, sul fatto che contro tutto nella regione si esercita l’elementare diritto del voto.
In quel non votate, invece, si legge il rammarico di non avere uno/a prescelto/a, fosse anche un “papa straniero”.
Quel “non votate” è, quindi, inconsciamente(?) il desiderio all’abdicazione al sistema democratico e uno strizzare l’occhio a quell’organizzazione, non troppo lontana nella nostra storia, in cui c’è chi “pensa” per noi per cui, effettivamente, il voto appare inutile, come, d’altronde, già oggi, si verifica per il Parlamento.
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