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QUELLO CHE E’ CHIARO MA CHE FORSE NON SI VUOLE DIRE

Si è votato in sette regioni molto diverse per latitudine territoriale. Sono stati chiamati alle urne 23 milioni aventi diritto al voto (non pochi) e c’è stato un astensionismo (alto) di circa il 53%.

Com’era un po’ nelle previsioni la “partita” si è chiusa 5 a 2, per regioni “conquistate”, a favore delle coalizioni rispettivamente di centrosinistra e centrodestra....

La mediana complessiva delle percentuali ottenute conferisce alla coalizione di centrosinistra circa il 41% e a quella di centrodestra (con la complicazione che in Umbria e in Puglia il centrodestra si è presentato diviso, la Lega ha corso da sola) circa il 34%.

In termini numerici se si proiettassero su scala nazionale le percentuali complessive così calcolate avremmo i due schieramenti separati da meno di dieci punti percentuali.

Già due schieramenti che, come tali, sono fatti non solo di anime diverse, talvolta diversissime, M5Ssempre litigiose, ma anche di numeri diversi mentre il risultato è una somma matematica che può facilmente dividersi nei singoli addendi.

Pochi, se alcuno, si sono soffermati sulla mediana del M5S che si assesta complessivamente al 18% e che tale percentuale è stata ottenuta correndo da solo.

E se, per esemplificazione, e come esperimento pilota, si prendesse la Campania si potrebbe facilmente osservare che isolatamente il PD ha ottenuto circa il 20%, FI il 18% e il M5S il 20%.

In base alla legge elettorale (il così detto italicum) da poco licenziata andrebbero al ballottaggio PD e M5S.

C’è chi azzarda un pronostico sul risultato del ballottaggio?  

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