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VIRGILIO, DANTE, DONATONE E ... LE PRIMARIE A NAPOLI.

A proposito delle primarie in Campania ho riportato sul Blog l’articolo: ”Le primarie non bagnano Napoli”, pubblicato da “IL MATTINO” in cui, sostanzialmente, criticavo che quelle primarie che, a detta dei dirigenti del PD, altrove sono “motivo di diversità”, qui, al sud, in Campania e a Napoli, in particolare, vengono viste diversamente…..

Il canto V del Paradiso della Commedia si apre “...Apri la mente a quel ch'io ti paleso e fermalvi entro; ché non fa scienza, sanza lo ritenere, avere inteso...".

Queste rime, al liceo Umberto di via Carducci che ho avuto l’onore di frequentare, servivano da metafora all’indimenticabile Professore Giovanni La Magna per dissuaderci a imparare solo memoria. Gustavo DorèL’apprendimento diceva il Professore, citando il Canto, ha due fasi: l’intendere (comprendere) e il ritenere (tenere a mente, ricordare), fasi che non sono scindibili e cominciano ineludibilmente con l’intendere.

L’intendere se presente, comunque, non è per tutti uguale per qualità e quantità tanto che anche per l’imputabilità il codice penale prevede il concetto della ridotta capacità di intendere.

Difficoltà di intendere deve averla avuta il sig. Guido Donatone, pur conoscitore di maioliche, che, in una lettera di risposta, attribuisce a me le parole, pur virgolettate dell’articolo, che, invece, sono o erano patrimonio degli esponenti del PD quando le primarie erano in voga in quel partito, a meno che non abbia cercato, con la sua lettera che riporto, un qualche modo di presenziare.

[Ho letto la lettera con cui il sig. Lucio Palombini critica la posizione assunta da Italia Nostra sulla questione delle primarie del Pd a Napoli.

La lettera è un piccolo capolavoro di retorica secondo cui le primarie sarebbero “espressione di democrazia, gioia, partecipazione e ‘diversità’ del Pd”. Sulla reale valenza delle primarie non si è mai aperto un dibattito critico. Vale dunque la pena di formulare brevi osservazioni. L’esperienza dimostra che i votanti alle primarie sono sempre una piccola frazione dell’elettorato della forza politica che le ha indette. Secondo punto: la leadership del partito con le primarie può perdere la sua insurrogabile funzione di guida politica sotto la pressione delle consorterie locali, come dimostrano eloquentemente elezioni comunali e regionali proprio a Napoli e in Campania.

Infine, non c’è alcuna certezza che le primarie possano garantire la migliore selezione del ceto politico e amministrativo ai fini dell’obiettivo sovrano di ogni democrazia che è il buongoverno. (IL MATTINO 5 Ottobre 2015)].

Parrà strano al successore di Giorgio Bassani ma affidare al voto il proprio destino è sempre sinonimo di democrazia mentre è sempre servile demandarlo al “signore” di turno.  

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