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IL CANONE TV DA ODIATO E COATTO FINO A INCESTUOSO E FORSE INDECOROSO … AIUTO DI STATO

Il “vulnus” può essere individuato nel Regio Decreto n. 1067/1923, nel ventennio, che affidava allo Stato l'esclusiva sulle trasmissioni radiofoniche da esercitare tramite società concessionarie.

Questi sono i natali dell’attuale RAI e la premessa politico-giuridica del canone.

A nulla è valso il referendum popolare del 1995 con venne abrogata la legge del ventennio per procedere, invece, alla privatizzazione.

Troppi e tali gli interessi per soccombere anche alla così detta volontà del “popolo sovrano”, che da tempo oramai, oggi, non vota neanche più per eleggere il parlamento senza parlare dei suoi componenti.

Il canone RAI sembra che sia non solo l’“imposta” più odiata dal contribuente ma anche quella più evasa......

Il Governo già ad inizio dell’anno aveva annunciato l’ipotesi di tramutare il “cosiddetto abbonamento” in una imposta obbligatoria di “contributo infrastrutturale” legato alle residenze.

E’ di questi giorni la “luminosa” idea del dilettantesco esecutivo di “nascondere l’odioso balzello” nella bolletta elettrica. Secondo l’Istituto Bruno Leoni (IBL) se dalle ipotesi si dovesse passare ai RAI LOGOfatti, il canone diventerebbe un vero e  proprio mostro giuridico, trasformando il canone da tassa di possesso in tassa sul consumo, insomma l’incestuosa unione tra una tassa e una tariffa.

Si verificherebbe, infatti, secondo l’ IBL la condizione, inimmaginabile, che un’imposta ne nasconda un’altra di condizione diversa, richiesta anche a chi, di fatto, ha e non ha una TV o, anche, a chi del servizio ne usufruisce con mezzi diversi o dove il segnale non arriva o arriva parzialmente.

Al di là delle inquietanti considerazioni giuridiche dell’IBL se la RAI è la società concessionaria in esclusiva da parte dello Stato del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia, il canone ancorché coatto, ha nella sua individualità, teoricamente rescindibile, un qualcosa, un minimo ancora di spontaneo. Ma nelle condizioni ipotizzate dal fantasioso esecutivo non si realizza il vietatissimo aiuto di Stato oggi a se stesso e …domani?

Un nuovo capitolo tipo quello delle autostrade? Prima il canone in bolletta e poi una bella SpA privata.

Un’ultima considerazione anche se romantica forse va fatta. Ma che azienda è quella della RAI che “obbliga” a comperare un prodotto che, invece, pochi comprano liberamente contrariamente a quanto si fa con altre piattaforme, per non parlare di quelle gratuite? 

 

 

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