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QUEI NUMERI ..... BALLERINI
Il referendum è quell’istituto giuridico elettorale in virtù del quale si può richiedere al corpo elettorale il consenso o il dissenso rispetto a una decisione riguardante singole questioni.
Il significato etico e politico dell’istituto in questione è facilmente deducibile, in buona sostanza, è al popolo, inteso come corpo elettorale, cui spetta, o spetterebbe per i costituenti, l’ultima parola in tema di decisioni.
Non solo.....
I Padri Costituenti, con l'articolo 75, IV comma della Carta, dettarono anche un’importante limitazione: "La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi."
Il popolo ma anche in una certa misura.
Indicarono cioè una quota minima (“quorum”) perché la consultazione referendaria potesse essere considerata valida.
Non si comprende, pertanto, perché negli altri tipi di elezione, vuoi per gli enti locali che per quelli nazionali questa soglia, o comunque una soglia, per dichiarare valida la consultazione non esista e, soprattutto, che non se ne senta il bisogno che esista.
Accade così, come nell’ultima consultazione regionale in Emilia Romagna l’affluenza al voto sia stata del 37,67% e in Calabria del 44,07%.
Con questi dati un quorum referendario non sarebbe stato raggiunto, mentre i due presidenti eletti si sono dichiarati depositari, come nel gioco delle tre carte, rispettivamente Bonaccini del 49,05% e Mario Gerardo Oliveiro del 61,53%, ma, ovviamente sempre e solo di un 37,67% e un 44,07%.
Misteri elettorali.
Ovviamente il governo ha già provveduto ad abbassare, con la riforma del senato quel quorum indicato dall'articolo 75, IV comma della Carta.
E per non farci mancare niente la Turco paragona la Boschi alla Iotti.
Ma mi faccia il piacere avrebbe detto qualcuno.
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