Obiettivamente si è persa “traccia” del fondamentale lavoro dei “saggi” nominati dal Presidente nel periodo che ha preceduto le ultime, tardive elezioni politiche.
Tardive nel senso che queste, probabilmente, si sarebbero potute e dovute tenere all’indomani delle dimissioni del presidente Berlusconi che, invece, videro, inusualmente, la nascita del “sobrio” governo Monti, nominato, in tutti i sensi, dal presidente della Repubblica, governo rilevatosi, in fin dei conti, inutile, se non addirittura stupidamente dannoso con la legge Fornero.
Adesso abbiamo finalmente un governo...
Può leggersi come l’attuale sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, sia nato a Napoli nel 1967 e abbia frequentato il Liceo (classico) Adolfo Pansini del quartiere Vomero di Napoli, diplomandosi poi con 51/60 (fonte Wikipedia)...
Quando le cose erano, forse, più serie, il campionato di calcio era, con la funzione religiosa, il rito domenicale che si celebrava all’unisono, nel senso che tutte le partite cominciavano alla stessa ora e nelle ultime tre giornate erano in epoca precell, addirittura, anche proibite le trasmissioni radio per non influenzare i risultati.
Poi vennero i primi antipici per la nazionale ovvero per quella, e dico quella e solo per quella, squadra di club impegnata nella, e dico nella, coppa.
Il campionato di calcio di serie A era una sorta di gioco ad asso piglia tutto. C’era una squadra chi vinceva lo scudetto e altre retrocedevano.
Non c’era il podio. Al di fuori della prima e delle ultime ciò che restava era argomento, quasi inutile, degli almanacchi.
Quando del 55-56 nacque la Coppa dei Campioni, la manifestazione era riservata esclusivamente alle squadre vincitrici del torneo nazionale.
Era sempre il gioco dell’asso pigliatutto: gli altri restavano a guardare, seconda, terza, quarta posizione era sempre e sola roba di almanacco. Era come perdere la partita dopo aver preso due pali e subito un autogol. Di fatto la partita era stata persa.
Pubblicato da il 30 Maggio 2013
Tra il 1500 e il 1650, nell’Italia dei Comuni, cioè in un Paese senza identità nazionale, si fronteggiarono Francia e Spagna.
I governi italiani locali, debolissimi politicamente e militarmente, pur di cercare di salvaguardare il proprio “particulare” appoggiavano, secondo le circostanze, ora l’una ora l’altra potenza.
Quest’opportunistica “duttilità” politica sembra abbia ispirato il detto popolare: "O Franza o Spagna, purché se magna".....
Le delegazioni delle due squadre di calcio della capitale, la Roma e la Lazio, in occasione del "derby" extracampionato, aggiuntivo per così dire, cioè di quello che assegnerà la Coppa Italia, si sono recate a rendere doveroso omaggio al presidente della Repubblica.
Una volta questo genere di richiesta, e il relativo ricevimento, si verificava in occasione di eventi di ben altro spessore, se non proprio per vittorie nazionali o internazionali, almeno in occasione di campionati del mondo, olimpiadi. Oggi il presidente, e recentemente anche il Santo Padre, riceve anche per meno. Così va il mondo direbbe Manzoni.
Nel suo saluto il presidente Giorgio Napolitano ha affermato "Il razzismo è il degrado del costume civile. La faziosità becera va spazzata dagli stadi come dalla politica"...