
Attualità
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Quando le cose erano, forse, più serie, il campionato di calcio era, con la funzione religiosa, il rito domenicale che si celebrava all’unisono, nel senso che tutte le partite cominciavano alla stessa ora e nelle ultime tre giornate erano in epoca precell, addirittura, anche proibite le trasmissioni radio per non influenzare i risultati.
Poi vennero i primi antipici per la nazionale ovvero per quella, e dico quella e solo per quella, squadra di club impegnata nella, e dico nella, coppa.
Il campionato di calcio di serie A era una sorta di gioco ad asso piglia tutto. C’era una squadra chi vinceva lo scudetto e altre retrocedevano.
Non c’era il podio. Al di fuori della prima e delle ultime ciò che restava era argomento, quasi inutile, degli almanacchi.
Quando del 55-56 nacque la Coppa dei Campioni, la manifestazione era riservata esclusivamente alle squadre vincitrici del torneo nazionale.
Era sempre il gioco dell’asso pigliatutto: gli altri restavano a guardare, seconda, terza, quarta posizione era sempre e sola roba di almanacco. Era come perdere la partita dopo aver preso due pali e subito un autogol. Di fatto la partita era stata persa.
Pubblicato da il 30 Maggio 2013
Tra il 1500 e il 1650, nell’Italia dei Comuni, cioè in un Paese senza identità nazionale, si fronteggiarono Francia e Spagna.
I governi italiani locali, debolissimi politicamente e militarmente, pur di cercare di salvaguardare il proprio “particulare” appoggiavano, secondo le circostanze, ora l’una ora l’altra potenza.
Quest’opportunistica “duttilità” politica sembra abbia ispirato il detto popolare: "O Franza o Spagna, purché se magna".....
Le delegazioni delle due squadre di calcio della capitale, la Roma e la Lazio, in occasione del "derby" extracampionato, aggiuntivo per così dire, cioè di quello che assegnerà la Coppa Italia, si sono recate a rendere doveroso omaggio al presidente della Repubblica.
Una volta questo genere di richiesta, e il relativo ricevimento, si verificava in occasione di eventi di ben altro spessore, se non proprio per vittorie nazionali o internazionali, almeno in occasione di campionati del mondo, olimpiadi. Oggi il presidente, e recentemente anche il Santo Padre, riceve anche per meno. Così va il mondo direbbe Manzoni.
Nel suo saluto il presidente Giorgio Napolitano ha affermato "Il razzismo è il degrado del costume civile. La faziosità becera va spazzata dagli stadi come dalla politica"...
Si può leggere leggere sul suo sito (http://www.gigroup.it/), che il Gi Group è la prima multinazionale italiana del lavoro, nonché una delle principali realtà, a livello mondiale, nei servizi dedicati allo sviluppo del mercato del lavoro. Il Gruppo è attivo nei seguenti campi: somministrazione, ricerca e selezione, executive search, outplacement, formazione e hr consulting.
All’inizio del 2007 Gi Group ha iniziato un percorso di internazionalizzazione che lo porta oggi ad operare in 19 paesi in Europa, America e Asia.
Alla fine del 2010 ha ottenuto un importante riconoscimento con l’ingresso in CIETT - la confederazione internazionale delle agenzie per il lavoro - in qualità di Global Corporate Member.
Il Gi Group Academy è la fondazione, promossa da Gi Group, nata per sviluppare la cultura del lavoro - intesa come educazione al valore personale e sociale del lavoro – nei Paesi in cui opera e, a sei mesi dall'entrata in vigore della Legge 28 giugno 2012, n. 92:«Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita», legge Fornero, ne ha esaminate e presentate le conseguenze...
Non so se risponde a verità la circostanza per la quale Marco Verratti, il talentuoso playmaker del Pescara dei miracoli di Zeman ed oggi apprezzato giocatore del PSG e seguito anche dal Real Madrid, acquistato di fatto nell'estate del 2012 dal Napoli, rifiutò la società partenopea su (giusto) consiglio del suo manager, Donato Di Campli, nel timore che, a causa dell'allenatore Walter Mazzarri, avrebbe giocato poco o niente, facendo la fine di Luca Cigarini....