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LUISA BOSSA MI FA RITORNARE SULLE QUOTE … DI GENERE

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Ho già espresso la mia perplessità concettuale ad accettare l’idea che meccanismi elettivi o comunque di cooptazione Quoterispondano a criteri di “genere” piuttosto che di sola competenza e qualità.

Anche se ufficialmente mai analizzato nei dibattiti, potrebbe, infatti, realizzarsi una sorta di “apartheid” che, scaturisce, appunto, dalla filosofia dell’applicazione della cosiddetta “quota rosa” cioè di quella percentuale numerica che, obbligatoriamente, è riservata alle donne in politica, nei consigli di amministrazione e quant’altro.

 

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Sono contrario per profondo convincimento all’idea delle quote, che ritengo ipocrita, che vuole riservare ruoli al “genere”, Giorgio Napolitanopur riconoscendo personalmente le diseguaglianze che ancora permangono nelle opportunità sociali tra uomini e donne, ma la divisione così come viene posta appare molto manichea.

Tanto premesso il Paese si è scandalizzato, a ragione, per le parole volgari e sprezzanti di Franco Battiato; si è scagliato contro un manifesto pubblicitario piuttosto innocuo (di cui in verità c’è anche la versione maschile) fatto togliere su decisione autoritaria del ministro Fornero; ma appena oggi il Presidente della Repubblica ha nominato i suoi saggi “istituzionali” senza che fra questi ci sia nemmeno una donna.

Senza giri di parole il Presidente, unitamente al suo staff di consiglio, eventualmente sentite le forze politiche, almeno le maggiori, non ha ritenuto che “in giro” ci siano donne, “quote rosa”, all’altezza di essere inserite nella ristretta rosa dei saggi.

Tutto ciò che accadrà poi, se accadrà, avrà solo il significato della “pezza” che a Napoli si chiama a colori. 

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La collega Rosa Carrano, con riferimento alla drammatica mancanza di donazione di rene, afferma, prima sul Corriere del Mezzogiorno e poi anche su Il Mattino, che “In Campania e al Sud Italia in generale c'è purtroppo un problema di tipo culturale, c'è il culto del corpo e della sua conservazione anche da morto”.

Quest’affermazione è, probabilmente, vera ma, forse, è troppo facile liquidare un argomento tanto complesso e diffuso attribuendo le cause del fenomeno solo alla poca cultura se non, addirittura, alla sottocultura egoistica dei possibili donatori o dei loro congiunti.

Da noi, verità, andrebbe ammesso che, al di fuori di quella confessionale, non c’è, in generale, la cultura del post-mortem.

Tale affermazione può essere facilmente verificata osservando lo scandalo della manutenzione dei cimiteri, peraltro anche privi da sempre della civile possibilità della cremazione, gli atti di vandalismo cui sono oggetto, ma anche le condizioni delle sale mortuarie delle nostre strutture sanitarie e, infine, costatando anche che questa cultura della fine manca nella formazione medica universitaria della nostra città.

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MA SE FOSSERO ... SOLO D'ACCORDO?

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Antonio CorboAntonio Corbo, esperto e competente editorialista di Repubblica scrive: "una domanda secca. A De Laurentiis. È questo l’allenatore giusto per il suo progetto? Il profeta del quieto vivere? L’apoteosi del calcio appagato?".
Caro Corbo martedì 19 Febbraio ho postato "Giuseppe Berto e Aurelio De Laurentiis" in cui, sebbene in termini diversi, mi ponevo interrogativi analoghi.
De Laurentiis dice di avere un progetto fatto di un Napoli di giovani talenti, possibilmente provenienti dalla "scugnizzeria". Il progetto, però, non prevedeva (vedi Reja e forse anche Donadoni) nè, tantomeno, prevede (Mazzarri) un allenatore che attui il progetto, ovviamente controllando ed essendo responsabile di tutta l'area tecnica fino agli esordienti per intenderci.
E allora?
Allora ha ragione Corbo "parole, parole, parole" ma in realtà la società è fatta anche di interessi e di bilanci.

Sai che bei buchi di bilancio fra usato sicuro e giovani, tanti, non usati?

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IL SINDACO ... SE NE ACCORGE

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In data 13 gennaio 2013 postai "LA NUOVA ZONA ROSSA DEL VESUVIO, L’OSPEDALE E LO STADIO”.

Vesuvio Eruzione 1944E in quell'occasione notai che pur essendo l’attività eruttiva del Vesuvio cessata il 18 Marzo del 1944 il vulcano viene ritenuto attivo (è definito in fase di quiescenza, non spento) ed è temuto dagli esperti perché ritenuto essere in grado di un’attività esplosiva.

Per tale motivo la zona delle sue pendici è considerata a rischio ed è definita dalla protezione civile "zona rossa".

In tali zone, in modo almeno "sprezzante" si sta costruendo "si fa per dire" un Ospedale e si è avuto anche il coraggio di presentare il progetto di costruzione del nuovo stadio.

Oggi apprendiamo dalla stampa "Tramonta sul nascere l'idea nuovo stadio: De Magistris beffato da una banalissima scoperta".

La "Zona Rossa" chi mai sarà costei?

Il sindaco Luigi De Magistris ha finalmente "contezza" che non si può dare seguito al progetto stadio perché sarebbe in zona rossa.

Sindaco e l'Ospedale?

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