Si è tenuto lunedi 14 us, a Napoli, in un albergo cittadino, davanti a un folto pubblico, organizzato dal Partito Repubblicano Italiano e dalla Fondazione Regioni d’Europa, un vivace dibattito sulla sanità.
Il tema iniziale era ristretto allo scenario della sanità regionale ma l’autorevolezza dei convenuti lo ha tracimato rapidamente in uno scenario nazionale e, addirittura, europeo, nell’ambito della globalizzazione.
Ci sono stati alcuni punti che vanno decisamente annotati per essere una “potenziale” proposta come nella tradizione repubblicana.....
Lo sciopero della fame è storicamente una forma di protesta nonviolenta caratterizzata dal digiuno dello o degli scioperanti.
C’è da chiedersi se si tratta una forma di protesta “tout court”, come potrebbe essere, più semplicemente, il non lavarsi, il non mettersi le scarpe, la cravatta o quant’altro o, se con esso, coerenti alle proprie idee o decisioni, si decide in difesa estrema delle stesse, di mettere anche a repentaglio la propria integrità fisica come spesso accade, e, addirittura, la vita.
Parafrasando il celebre aforisma di Ezra Pound “Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui” uno sciopero della fame diciamo di tono minore, senza conseguenze, per di più ripetuto, appare più una “sceneggiata” e perde quell’intensità che gli dà solo l’incognito, drammatico temuto possibile finale.
Emerge con chiarezza, dai dati ufficiali, che L’Italia detiene il “record” delle custodie cautelari. Al 30 giugno 2010 ben il 42,5% dei detenuti era in attesa di giudizio e la metà di loro è destinato ad essere assolto. Si tratta di circa 15.000 persone, che scontano da innocenti mesi e a volte anni di “pena anticipata” e contribuiscono a rendere gremite le celle.
Questo dato ha la sua attualità nel momento che la Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo accusa l'Italia di «Sovraffollamento strutturale» delle carceri essendo, infatti, il tasso d'occupazione dello spazio carcerario degli istituti di pena in Italia al 139,17%.
Da qui il messaggio del capo dello Stato al Parlamento che tanto fa discutere circa l’amnistia e l’indulto.
Sarebbe, tuttavia fortemente diminutivo, ritenere che quello della carcerazione preventiva sia o possa essere soltanto tema di sovraffollamento degli istituti di pena.
La custodia cautelare infatti, nelle dimensioni su riportate, viola evidentemente le garanzie costituzionali del cittadino e pone inquietanti interrogativi anche, e soprattutto, sulla ritualità processuale.
Valerio Spigarelli, attuale presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, ha scritto, su quest’argomento un interessante riflessione pubblicata su Diritti e ripresa da GLI ALTRI che di seguito riporto integralmente …..
Secondo la Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo l'Italia viola i diritti dei detenuti e la invita, e non è la prima volta, a porre rimedio immediatamente al «Sovraffollamento strutturale» delle carceri essendo, infatti, il tasso d'occupazione dello spazio carcerario degli istituti di pena in Italia al 139,17%.
Mimmo Carratelli NAPOLI.COM 11/10/2013
Cincinnato è là, nella sua casa di Pozzuoli vicino alla Solfatara, respirandone gli effluvi salutari.
Ha 83 anni, è ancora una quercia d’uomo, si chiama Pippo Dalla Vecchia.
Dopo ventidue anni ha mollato gli ormeggi nel porticciolo di Santa Lucia. Il “tiranno illuminato”, eletto ininterrottamente per dodici volte alla presidenza del Circolo biancoblu, ha detto basta.
Passa la mano. Ha presentato le dimissioni. Prima respinte, poi accettate di fronte alla fermezza di mantenerle.
Si chiude un’epoca. Pippo Dalla Vecchia, l’ultimo dei Borbone per il corpo possente e il volto massiccio aggraziato dalle carezze del maestrale di quand’era velista, ha mollato la sua splendida “dittatura” al Borgo Marinari, terza al mondo per durata dopo quella di Fidel Castro, il papato di Wojtyla e il regno dell’ingegnere Ferlaino nel Calcio Napoli.