La politica attuale ci ha abituato oramai al peggio e di più.
Il suo gridare, i suoi ragionamenti incomprensibili, le battute volgari e le così dette “cattive parole”, il poco senso istituzionale.
Tuttavia non mi sembra che fino a oggi si fosse raggiunta l’aberrazione di offendere su “difetti” fisici.
Mancava questo capitolo agli orrori cui siamo sottoposti quotidianamente dalla televisione e dai giornali, stampati e “on line”.
Avrete notato che dei Saggi di Napolitano non si parla più.
L'unica “performance” di cui si sono resi protagonisti é stata l'esilarante “gaffe” del professor Valerio Onida presidente emerito della Corte Costituzionale, caduto nella trappola di Giuseppe Cruciani, da cui pubbliche scuse e una figura non certo bellissima.
Nessuno, che io ricordi, dei politici di rispetto è mai caduto in queste trappole.
Sempre che ricordi a braccio, l'unico personaggio pubblico che fu compremesso da un imitazione fu Enrico Cuccia, dominus di Mediobanca, quando ruppe il suo proverbiale silenzio e parlò con un finto Massimo D'Alema facendosi, addirittura accompagnare in ufficio dal sosia.
Perdonate ma, nel Napoli “attuale”, a mio parere, il vero "fenomeno" resta Marek Hamsik, "Marekiaro" per i suoi tifosi, fra cui mi annovero.
Se si scorre la classifica dei marcatori di tutti i tempi Hamsik si colloca al decimo posto con 67 reti, a soli tre goal da Cané e Vinicio e, addirittura, a solo sette dal sempre elogiato Beppe Savoldi, e ha anche solo trenta gol in meno dell’altro osannato "fenomeno" Edinson Cavani detto Matador.
Senza tenere conto dei suoi assist.
Ho già espresso la mia perplessità concettuale ad accettare l’idea che meccanismi elettivi o comunque di cooptazione rispondano a criteri di “genere” piuttosto che di sola competenza e qualità.
Anche se ufficialmente mai analizzato nei dibattiti, potrebbe, infatti, realizzarsi una sorta di “apartheid” che, scaturisce, appunto, dalla filosofia dell’applicazione della cosiddetta “quota rosa” cioè di quella percentuale numerica che, obbligatoriamente, è riservata alle donne in politica, nei consigli di amministrazione e quant’altro.
Tempo fa, in occasione delle inutili elezioni, viste come sono poi andate le cose, ovviamente inutili per la”gente”, ma non per gli eletti, criticai molto le candidature di Rosy Bindi in Calabria e di Anna Finocchiaro in Puglie calate dal PD in quei territori del Mezzogiorno che non cessano di essere depredati, in tutti i sensi.
Certo la critica principale era al partito ma non escludevo le colpe locali che accettavano supinamente l’imposizione invece di contrapporre personalità locali che, certamente, non devono mancare, senza dimenticare l’arroganza di chi andava a”raccogliere” il mal tolto.
Piero Sansonetti, che seguo da sempre, adesso anche a Calabria Ora, onestamente a babbo morto, con un bell’editoriale oggi si pone la domanda “Cercasi Rosy disperatamente...” che forse andava scritto prima con il titolo “Ma che ci fa in Calabria Rosy Bindi da Sinalunga?”
In verità lo aveva fatto Grillo e non chiediamoci perché prende i voti.