
Attualità
- Iscriviti via RSS
- 311 messaggi in questa categoria
E’ difficile credere alle parole del Presidente quando afferma “… dagli italiani un voto per la stabilità …”.
Alle appena concluse elezioni europee l'affluenza alle urne è stata del 58,68%, con 28.908.004 votanti su 49.256.169 aventi diritto.
C’è stato, cioè, un astensionismo pari al 41,32% che poco non è, pur trattandosi di una elezione meno sentita nel Paese dei comuni.
Fra i voti, poi, espressi al seggio ci sono state ben 577.856 schede bianche (1,99%), addirittura 954.710 schede nulle (3,30%), e 3.691 (0,01%) schede contestate e non assegnate.... CONTINUA
Come si dice ogni botte da il vino che ha.
Ed è sempre lo stesso vino non potendosi immaginare che dalla stessa “spina” fuoriescano diverse qualità di vino.
Fuori di metafora i livelli etico-morali, culturali, politici e professionali che esprime una società sono sempre gli stessi, nell’impresa, nella giustizia, nell’università, nella sanità, nella politica.,,, CONTINUA
Al di la delle valutazioni numeriche e per certi versi ragionieristiche cos’è accaduto in Italia dopo e con il voto delle Europee del 25 Maggio?
Una cosa è sicura c’è stata la scomparsa del PCI e delle pallide formazioni successive ad esso con la nascita di una “cosa” più vicina a “The Thing” il film diretto da John Carpenter del 1982.
Molti sono gli indicatori della decadenza culturale di un popolo che, purtroppo, ha radici nella storia del mondo ben prima che il 1492.
Attualmente tutti sono attratti da quelli economici finanziari che, oggi sono ritenuti importanti e addirittura imprescindibili, ma poco citati nell’epoca della massima espressione della mente del genere umano con riferimento alla polis greca, a Socrate e Platone.... CONTINUA
Quando la politica si scriveva con la P maiuscola c’erano i giornali di partito come la Discussione, l’Avanti, la Voce Repubblicana, l’Unità ed altri, a volte solo pochi fogli, a volte più completi, più ricchi, anche con le notizie sportive.
Erano espressione di una concezione della politica che, partendo dalle famose “direzioni” dei partiti, tracimava, appunto, con l’informazione del “giornale di partito”. Non grandi firme autonome ma interpreti “capaci” e fedeli della direzione e del suo segretario.